Vivere in una bolla. La vita ai tempi di Facebook

ECHO-CHAMBERS

Viviamo sempre più all’interno di una “bolla” (“eco chambers”), cerchiamo informazioni che più aggradano alla nostra narrazione, ignorando ogni informazione “antagonista”. Benvenuti nel mondo delle news al tempo dei social media. L’utente medio di facebook cerca news che più si avvicinano alla sua visione del mondo e ignora ogni informazione “antagonista”. Un team internazionale di ricercatori, a guida italiana, ha messo recentemente sotto le lente il “consumo” di notizie in lingua inglese da parte di 376 milioni di utenti Facebook dal 2010 al 2015 su 920 pagine Facebook di quotidiani e agenzie stampa. Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).

ECHO-CHAMBERS

Gli utenti di facebook si muovono in una “cassa di risonanza” (in termine tecnico echo-chambers) dove le informazioni che trovano sono sempre più in sintonia con i loro pregiudizi. All’interno di queste bolle le informazioni trasmesse sono veicolate esclusivamente dal meccanismo del pregiudizio di conferma (confirmation bias), impedendo dunque qualunque tipo di scambio di opinioni differenti. “Le informazioni non sono processate in quanto vere, ma in quanto conformi ad una personale visione del mondo, a narrazioni – ha spiegato Walter Quattrociocchi, che coordina il laboratorio di Computational Social Science dell’Imt di Lucca e il progetto – L’enorme vastità di fonti, versioni e contenuti su internet massimizza questo processo”. E quando andiamo a cercare le notizie attraverso Facebook, e il 63% degli utenti di internet usa esclusivamente questo canale, cerchiamo solo conferme.

GUERRA ALLE BUFALE

“L’avvento dei social ha ridotto immensamente il potere selettivo e di filtro delle testate giornalistiche che ora sono costrette a rincorrere – ha proseguito Quattrociocchi – L’impatto dei social network è davvero più incisivo e profondo di quanto fino ad oggi ritenuto”. I grandi player dell’informazione online, come Google e Facebook, stanno affrontando la sfida alle news false. Testano sistemi informatici per limitare chi diffonde “bufale”, “etichettando” le notizie verificate o attraverso la creazione di “black list” di siti produttori di notizie false. Ma tutto potrebbe risultare inutile.

Gli autori dello studio spiegano infatti come la principale causa della disinformazione sembra risiedere nella polarizzazione degli utenti in rete. “Finora sembrava che la sfida fosse “correggere” persone poco istruite che abboccano a notizie pseudoscientifiche e complottiste, ma i nuovi dati dimostrano, invece, che la questione è molto più articolata e chiama in causa la crisi dell’intero sistema informativo e il disorientamento legato alla destrutturazione della società”, ha spiegato Fabiana Zollo (Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica di Ca’ Foscari Venezia) e coautrice della ricerca “Anatomy of news consumption on Facebook”.

SOLUZIONI

Una soluzione potrebbe essere la modifica dell’algoritmo dei social media, che ci permettesse di leggere anche altro, rispetto alla nostra “bolla”? «Potrebbe sembrare una soluzione, ma non lo è – risponde Zollo. Ricercare notizie che ci piacciono è un preciso processo cognitivo. È necessario capire come impostare una strategia di comunicazione per far passare messaggi differenti. Le soluzioni adottate per bloccare le fake news non funzionano, queste continuano a girare senza problemi». (nb)

Donadon (H-Farm): “Il digitale pervade le nostre vite, nostro compito è abbracciare questa rivoluzione”

donadon h-farm

“Il digitale sta pervadendo ogni area della nostra vita e il nostro compito è di abbracciare, cavalcare e sfruttare questa rivoluzione. Ormai non esiste ambito in cui la tecnologia non abbia dato il suo contributo: l’editoria, il commercio, la finanza, lo sport, i trasporti, l’educazione, la salute, la moda”. Riccardo Dona- don, ospite dell’ultima assemblea ACRiB, ha creato nella campagna trevigiana la “fabbrica degli umani”. La sua creatura H-FARM, l’h sta per human, è una realtà innovativa in grado di supportare la creazione di nuovi modelli d’impresa, educazione dei giovani e delle aziende italiane in un’ottica digitale. Lungo le anse del Sile a Ca’ Tron di Roncade (Treviso), poco distante dall’aeroporto veneziano di Tessera, è possibile fare un salto nel futuro. Un futuro dove tecnologia e natura si mescolano.

H-FARM, che vede alla vicepresidenza Maurizio Rossi, oggi ospita oltre 550 persone, ma punta ai 3.000 nei prossimi tre anni. Dopo avere venduto la sua ultima creazione E-Tree (società di servizi digitali), Donadon trascorre un anno sabatico dedicandosi al giardinaggio e nel 2005 fonda H-FARM, prima iniziativa al mondo ad adottare un modello che unisce in un unico luogo la formazione, gli investimenti e la consulenza alle imprese. Dal 13 novembre 2015 la società è quotata in Borsa a Milano. “Nei prossimi 10 anni il mondo che conoscevamo scomparirà definitivamente con l’introduzione dell’innovazione, non solo tecnologica, ma anche di modello che pervaderà tutto. Alcuni lavori, che già oggi iniziano ad essere rari, scompariranno definitivamente e ne nasceranno di nuovi – spiega l’innovatore trevigiano –. La rivoluzione digitale modificherà non solo i modelli di business, ma anche aspetti e piccole abitudini del nostro vivere quotidiano. Penso all’Internet of things che semplicherà la nostra vita, facendo nascere nuove abitudini nei consumatori che vivranno esperienze sempre più personalizzate grazie ai big data, in ogni settore. Ma anche ad Alexa, l’assistente virtuale di Amazon che oggi si evolve e si prepara a riconoscere addirittura le nostre emozioni”.

Nel 2016 è stato calcolato che circa il 65% della popolazione europea ha effettuato acquisti sul web, un dato destinato a crescere. Da anni oramai l’e-commerce ha stravolto le nostre abitudini relative al processo di acquisto. La comodità e la praticità dell’acquisto online stanno avendo il sopravvento su quello tradizionale ma l’innovazione e la rivoluzione digitale stanno oggi stravolgendo ogni aspetto del processo di acquisto. Ne è la riprova Apple che ha semplificato ulteriormente questo procedimento attraverso Apple pay, che trasforma l’iPhone in una carta di credito. Nell’ultimo anno il suo utilizzo è cresciuto del 450% nel mondo grazie proprio a punti di forza come semplicità, sicurezza e privacy.

“La rapidissima diffusione che sta avendo Apple Pay, ad esempio, testimonia la necessità di un’evoluzione dei servizi di pagamento generata dai nuovi bisogni dei clienti e del mercato – prosegue Donadon –. L’urgenza di transazioni personalizzate, facili ed istantanee è conseguenza della trasformazione dei mercati e dei canali di distribuzione sempre orientati alla multicanalità, per cui negozio fisico e online tendono a fondersi”.
Le imprese in generale non stanno però sfruttando appieno i vantaggi della trasformazione digitale. “È ormai imprescindibile innovare nei processi per diminuire i costi, facilitare l’accesso alle informazioni e migliorare la customer experience e la produttività dei dipendenti. Soprattutto per il settore del fashion è necessario ripensare gli store fisici e focalizzarsi su quelli virtuali. Il compito delle imprese è di rinnovarsi e di tenere il passo con l’innovazione: molte aziende si stanno rivoluzionando in ambito retail per offrire ai propri acquirenti non solo i prodotti, ma soprattutto un processo esperienziale di shopping innovativo, personalizzato e coinvolgente”, prosegue il fondatore dell’acceleratore di imprese trevigiano.

Esperienze innovative nel settore della moda sono quelle che H-FARM mette in campo con i negozi Diesel. “Nei principali negozi di tutto il mondo Diesel presenterà l’esperienza ai consumatori con vetrine cinetiche basate su un innova- tivo sistema interattivo. Il progetto digitale è composto da un’installazione video in cui il consumatore potrà interagire con i personaggi presentati nel video della campagna”, conclude Donadon.

Diesel è da sempre un brand sinonimo di avanguardia, che fa dell’innovazione un vero e proprio tratto distintivo. Iniziando dalla boutique milanese di Piazza San Babila, l’azienda fondata da Renzo Rosso ha recentemente presentato il nuovo modello di digital retail realizzato in collaborazione con il team della divisione Industry di H-FARM. Il modo in cui il consumatore interagisce con il punto vendita e i prodot- ti è totalmente rivoluzionato, grazie alla componente digitale e all’utilizzo di tecnologie capaci di esaltare la loso a di Diesel, arricchendola di contenuti interattivi che coinvolgono di più i clienti, migliorano il servizio e rendono più e caci le vendite attraverso l’analisi dei dati raccolti. All’ingresso del negozio si trova la digital concierge, un’interfaccia interattiva su schermi touch che dà il benvenuto ai clienti, fornisce informazioni su promozioni ed eventi in corso e aiuta i clienti ad orientarsi nel punto vendita. Tavoli interattivi riconoscono autonomamente i capi e camerini intelligenti danno suggerimenti e indicazioni sui capi scelti. Le soluzioni sviluppate da H-FARM Industry sono altamente scalabili e facilmente replicabili, in modo da poter applicare il piano digitale alle altre boutique di Diesel nel mondo se il test di Milano darà esiti positivi.

Partirà in autunno invece il primo progetto di “open innovation continuo”, che si svolgerà tra le sedi di Ca’ Tron e New York. In collaborazione con Liz Bacelar (fondatrice di Decoded Fashion ed esperta internazionale di moda), H-FARM ha lanciato eCurrent, una nuova piattaforma che si rivolge alle realtà leader del fashion favorendo l’adozione di soluzioni innovative, tecnologiche e digitali, attraverso attività di scouting di startup, eventi mirati e programmi di accelerazione.